15-16 Giugno 2018 - Roma Seven 2018 - Torneo Internazionale di Rugby a 7 | English version   
Dicono di noi

Intervista a Gordon Tietjens
Gordon Tietjens  è da 15 anni  l’allenatore degli All Blacks Seven, i nazionali neozelandesi, vero guru del Seven.

1. Che ne pensi del Roma Seven?
Data la forte espansione del rugby a sette su scala mondiale, credo sia molto eccitante sia per i giocatori che per gli spettatori avere un torneo di questo livello a Roma.

2. Cosa ti aspetti da Roma come città?
Non sono mai stato a Roma ma non vedo l’ora di vedere con i miei occhi la fantastica cultura e la grande storia della città.

3. Come vedi il futuro del Rugby a sette?
Credo che il rugby a sette abbia un futuro roseo come sport. Negli ultimi anni la popolarità è aumentata così tanto che credo ci siano le basi affinché il Rugby Seven diventi sport olimpico.

4. Cosa rappresenta per te il Rugby Seven?
Il Rugby Seven rappresenta la mia vita dal momento che sono l’allenatore della squadra neozelandese da 15 anni ormai e ho allenato incredibili giocatori che sono diventati con il tempo alcuni dei migliori al mondo. Due giocatori su tutti che sono diventati famosi grazie al rugby a sette sono Jonah Lomu e Christian Cullen.

5. Quali sono gli ingredienti principali di un torneo di Rugby a sette?
L’ingrediente più importante per la riuscita di un torneo di questo calibro è la perfetta organizzazione dell’evento. In particolare,  è fondamentale la realizzare uno spettacolo capace di creare un’atmosfera unica e divertente sia per i tifosi che per gli spettatori.

6. Quali sono le caratteristiche essenziali di un torneo di Rugby Seven di livello mondiale?
Fondamentale per  la riuscita di un torneo di questo livello sono la presenza di ottimi giocatori e di squadre di alto calibro in modo da attirare un gran numero di spettatori. Con questi ingredienti, il torneo crescerebbe in popolarità e i migliori giocatori al mondo sarebbero attratti dal “Roma Seven” aumentando il riconoscimento del torneo su scala mondiale.



Intervista a Daniel de Villiers, team manager di Stellenbosch University

1. Che ne pensi del Roma Seven?
Il Roma Seven è uno dei tornei più divertenti, ma anche uno dei più difficili, nel calendario del rugby a sette per vari motivi: lo Stadio dei Marmi è di gran lunga lo stadio più spettacolare che io abbia mai visto, la competizione è serrata e ci sono molte squadre di alto livello che tornano a Roma ogni anno. Le donne sono bellissime e la folla crea un’atmosfera incredibile. La Stellenbosch University ama il Roma Sevens.

2. Cosa ti aspetti da Roma come città?
Roma è un’ottima città dove organizzare un evento di questo tipo. Il livello di trasporti pubblici è buono e c’è tanto da vedere. Il tempo è fantastico tutto l’anno e i romani sanno come festeggiare e sostenere i giocatori.

3. Come vedi il futuro del Rugby a sette?
Il rugby a sette sta crescendo sempre di più e sta divenendo un vero sport a livello globale. Il numero di spettatori dell’IRB Seven Series sta aumentando di anno in anno dal momento che più persone si avvicinano a questo sport. Credo fortemente che nel futuro i giocatori di rugby in futuro si specializzeranno solo in una delle due discipline inerenti il rugby: il rugby a sette o il rugby a quindici. Ci sarebbe bisogno di più tornei a livello di club in tutto il mondo, anche se il Roma Sevens è un buon inizio.

4. Cosa rappresenta per te il Rugby Seven?
Per me il “Rugby Sevens” è un ottimo modo per rimanere in contatto con questo sport dopo essermi ritirato come giocatori. Essere un allenatore di rugby a sette non richiede tanto tempo quanto quello necessario per allenare nel rugby a quindici e allo stesso tempo è uno sport fantastico. Evidenzia tutte le abilità che un giocatore di rugby dovrebbe avere ed è un ottimo modo per trovare nuovi talenti. I giocatori che non hanno ancora sviluppato totalmente il loro corpo, possono competere nel rugby a sette facilmente e senza rischi.

5. Quali sono gli ingredienti principali di un torneo di Rugby a sette?
Le squadre dovrebbero avere lo stesso livello in modo da competere equamente. Il fattore più importante è la folla. La chiave per il successo è il giusto marketing che possa garantire una piacevole esperienza alle persone e allo stesso tempo accrescere il numero di spettatori. Tutto dovrebbe “filare liscio” e le partite dovrebbero iniziare in orario.

6. Quali sono le caratteristiche essenziali di un torneo di Rugby Seven di livello mondiale?
La folla è fondamentale e le cure mediche per i giocatori sono importanti. Allo stesso tempo l’acqua e gli impianti ricoprono un ruolo notevole. Infine, un buon presentatore e un party finale!



Intervista a Jean Jacques Rous
Jean-Jacques Rous  è il team manager del club francese dei Froggies, profondo conoscitore del circuito Seven.

1. Che ne pensi del Roma Seven?
Questo evento sta diventando il primo torneo di Seven in Europa. In particolar modo dato l’alto livello delle squadre partecipanti, comparabile ai più grandi Tornei Internazionali come ad esempio Dubai, Darwin e Singapore.  Dopo sei anni di costante miglioramento quest’evento ha una macchina organizzativa davvero professionale.

2. Cosa ti aspetti da Roma come città?
Che offra più aiuto all’organizzazione in modo da supportare sia l’organizzazione che le squadre.

3. Come vedi il futuro del Rugby a sette?
Credo che le Olimpiadi rappresentino il futuro del Rugby a sette.

4. Cosa rappresenta per te il Rugby Seven?
Il miglior ossigeno per un giocatore di rugby al di fuori del suo club ed il modo migliore per migliorare tecnicamente.

5. Quali sono gli ingredienti principali di un torneo di Rugby a sette?
Incontrare gente del circuito rugbistico mondiale e passare con loro tre giorni a base di Rugby e festeggiamenti.

6. Quali sono le caratteristiche essenziali di un torneo di Rugby Seven di livello mondiale?
Il rispetto delle squadre e un bicchiere di champagne con l’organizzazione.


 
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